La guerra franco-indiana , parte del più ampio conflitto globale noto come Guerra dei Sette Anni , si concluse con la pace di Parigi del 1763, che espulse la Francia dai suoi possedimenti nella Nuova Francia.^[1]Dal 1763 al 1765 il ministero di Grenville ordinò alla Royal Navy di fermare il commercio di merci di contrabbando e di imporre dazi doganali imposti nei porti americani.Il più importante fu il Molasses Act del 1733;ignorato abitualmente prima del 1763, ebbe un impatto economico significativo poiché l'85% delle esportazioni di rum del New England erano prodotte da melassa importata.Queste misure furono seguite dallo Sugar Act e dallo Stamp Act, che imponevano tasse aggiuntive alle colonie per pagare la difesa della frontiera occidentale.^[2]Le tensioni aumentarono in seguito alla distruzione di una nave doganale nell'affare Gaspee del giugno 1772, per poi raggiungere il culmine nel 1773. Una crisi bancaria portò al quasi collasso della Compagnia delle Indie Orientali, che dominava l'economia britannica;per sostenerlo, il Parlamento approvò il Tea Act, conferendogli il monopolio commerciale nelle Tredici Colonie.Poiché la maggior parte del tè americano veniva contrabbandato dagli olandesi , la legge venne osteggiata da chi gestiva il commercio illegale, mentre veniva vista come l'ennesimo tentativo di imporre il principio della tassazione da parte del Parlamento.^[3]