Alcuni storici mettono in dubbio l'impatto che le guerre hanno avuto sul tessuto della società e della cultura inglese. Molte parti dell'Inghilterra rimasero in gran parte immuni dalle guerre, in particolare l'East Anglia. Contemporanei come Philippe de Commines osservarono nel 1470 che l'Inghilterra era un caso unico rispetto alle guerre che colpirono il continente, in quanto le conseguenze della guerra furono colpite solo da soldati e nobili, non da cittadini e proprietà privata.
Diverse importanti famiglie nobili videro il loro potere paralizzato a causa dei combattimenti, come la famiglia Neville, mentre la linea maschile diretta della dinastia Plantageneta si estinse. Nonostante la relativa scarsità di violenza intrapresa contro i civili, le guerre causarono la morte di 105.000 persone, circa il 5,5% del livello di popolazione nel 1450, sebbene nel 1490 l'Inghilterra avesse registrato un aumento del 12,6% del livello di popolazione rispetto al 1450, nonostante le guerre.
L'ascesa della dinastia Tudor vide la fine del periodo medievale in Inghilterra e l'alba del Rinascimento inglese, un ramo del Rinascimento italiano, che vide una rivoluzione nell'arte, nella letteratura, nella musica e nell'architettura. La Riforma inglese, la rottura dell'Inghilterra con la Chiesa cattolica romana, avvenne sotto i Tudor, che videro l'istituzione della Chiesa anglicana e l'ascesa del protestantesimo come denominazione religiosa dominante in Inghilterra. Il bisogno di Enrico VIII di un erede maschio, spinto dalla potenziale crisi di successione che dominò la Guerra delle Due Rose, fu la motivazione principale che influenzò la sua decisione di separare l'Inghilterra da Roma.