
Molte parti del paese avevano motivo di essere insoddisfatte dell’autocrazia esistente. Nicola II era un sovrano profondamente conservatore e manteneva un rigido sistema autoritario. Ci si aspettava che gli individui e la società in generale mostrassero autocontrollo, devozione alla comunità, deferenza alla gerarchia sociale e senso del dovere verso il paese. La fede religiosa ha contribuito a unire insieme tutti questi principi come fonte di conforto e rassicurazione di fronte a condizioni difficili e come mezzo di autorità politica esercitata attraverso il clero. Forse più di ogni altro monarca moderno, Nicola II legò il suo destino e il futuro della sua dinastia all'idea del sovrano come padre santo e infallibile per il suo popolo.
Nonostante la costante oppressione, il desiderio del popolo di partecipare democraticamente alle decisioni del governo era forte. Sin dall’Illuminismo, gli intellettuali russi avevano promosso ideali illuministi come la dignità dell’individuo e la rettitudine della rappresentanza democratica. Questi ideali furono sostenuti con più forza dai liberali russi, sebbene anche populisti, marxisti e anarchici affermassero di sostenere le riforme democratiche. Un crescente movimento di opposizione aveva cominciato a sfidare apertamente la monarchia dei Romanov ben prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale.