
Dopo il periodo carolingio, il sistema feudale si diffuse in tutta la Svizzera, con monasteri e vescovadi che giocavano un ruolo chiave nel governo. Il Trattato di Verdun dell'843 divise la regione: la Svizzera occidentale (Alta Borgogna) andò alla Lotaringia sotto Lotario I, mentre la Svizzera orientale (Alemannia) divenne parte del regno orientale di Luigi il Germanico, che in seguito si sarebbe evoluto nel Sacro Romano Impero. Il confine tra questi territori correva lungo l'Aare, il Reno e attraverso le Alpi fino al Passo del San Gottardo.
I monasteri hanno svolto un ruolo chiave nel governo e nell’autonomia locale. Nell'853 Ludovico il Germanico concesse terreni nella valle della Reuss all'abbazia di Fraumünster a Zurigo, la cui prima badessa fu sua figlia Ildegarda. L'abbazia, insieme ad altre, godeva della Reichsfreiheit (immediatezza imperiale), esentandola dai feudatari e favorendo l'autonomia locale. Questa indipendenza ha spinto le comunità locali ad allinearsi con l'abbazia per una maggiore libertà e una riduzione delle tasse.
Il declino del potere carolingio nel X secolo lasciò la regione vulnerabile alle minacce esterne. I magiari distrussero Basilea nel 917 e San Gallo nel 926, mentre le incursioni saracene devastarono il Vallese e saccheggiarono il monastero di San Maurizio nel 939. La stabilità tornò solo dopo la decisiva vittoria di re Ottone I sui magiari nella battaglia di Lechfeld nel 955, reintegrazione dei territori svizzeri nell'impero. Questi eventi gettarono le basi per la crescente influenza monastica e l'autonomia locale che avrebbero modellato la regione nei secoli successivi.

Alemannia e Alta Borgogna intorno al 1000. Arancione = Alemannia. Verde = Alta Borgogna. ©Marco Zanoli