
Durante laGuerra dei Trent'anni (1618–1648), la Svizzera riuscì a rimanere neutrale nonostante le profonde divisioni religiose tra i cantoni cattolici e protestanti. Questa neutralità fu mantenuta attraverso la diplomazia strategica, poiché sia i cantoni cattolici che quelli protestanti si assicurarono contratti mercenari con varie potenze europee, garantendo che nessuna singola fazione straniera potesse dominare la regione. I principali passi alpini rimasero chiusi ai movimenti militari, salvaguardando l’indipendenza svizzera.
Mentre la Confederazione Svizzera evitò un coinvolgimento diretto nel conflitto, i Grigioni (Tre Leghe) furono coinvolti nella guerra. La Valtellina, territorio soggetto ai Grigioni, di importanza strategica, fu conquistata dalla Spagna nel 1620, innescando anni di disordini conosciuti come la Confusione delle Leghe. Sebbene la Francia sia intervenuta brevemente nei Grigioni,Spagna e Austria hanno riaffermato il controllo, ricattolicizzando parti della regione. Nel 1639 i Grigioni riconquistarono i loro territori, sebbene la Valtellina rimase cattolica.
La neutralità e l'indipendenza di fatto della Svizzera furono formalmente riconosciute nel Trattato di Vestfalia del 1648, che segnò la sua separazione ufficiale dal Sacro Romano Impero. Questa vittoria diplomatica garantì la sovranità svizzera e gettò le basi per la futura politica di neutralità della Confederazione nei conflitti europei.