
Gli Elvezi erano una tribù celtica che ebbe un ruolo significativo nella storia della Svizzera preromana. Secondo una leggenda conservata da Plinio il Vecchio (77 d.C.), un elvetico di nome Elico, dopo aver lavorato a Roma, portò a casa fichi, uva, olio e vino, ispirando il suo popolo a invadere l'Italia settentrionale. Storicamente, lo storico greco Posidonio (II-I secolo a.C.) descrisse gli Elvezi come ricchi d'oro e pacifici, sebbene le prime interpretazioni delle loro attività di lavaggio dell'oro nei fiumi svizzeri, come l'Emme, siano ora messe in discussione. Si ritiene invece che gli Elvezi vivessero originariamente nella Germania meridionale, come confermano Tacito e Tolomeo, che notarono terre elvetiche abbandonate a nord del Reno.
Verso la fine del II secolo a.C., sotto la pressione delle incursioni germaniche, alcuni gruppi elvetici, come i Tigurini, iniziarono a migrare verso sud nell'altopiano svizzero. In questo periodo gli Elvezi fondarono insediamenti, tra cui l'oppidum sulla collina Lindenhof di Zurigo. Una notevole scoperta dall'Alpenquai di Zurigo riguardava "grumi di Potin", una massa fusa di 18.000 monete celtiche risalenti al 100 a.C. circa, suggerendo un'offerta rituale parzialmente completata.
Altri siti religiosi e insediativi elvetici includono santuari su ex isole del Lago di Zurigo, come i siti Grosser e Kleiner Hafner vicino alla foce della Limmat. Questi risultati riflettono l'integrazione degli Elvezi nelle reti commerciali e nelle pratiche culturali locali, ponendo le basi per la loro presenza nella regione prima della conquista romana.