
La guerra Williamita in Irlanda, che ebbe luogo dal marzo 1689 all'ottobre 1691, fu un conflitto decisivo tra i sostenitori del re cattolico Giacomo II e del re protestante Guglielmo III. Questa guerra era strettamente legata alla più ampia Guerra dei Nove Anni (1688-1697), che coinvolse un conflitto più ampio tra la Francia, guidata da Luigi XIV, e la Grande Alleanza, che comprendeva l'Inghilterra, la Repubblica olandese e altre potenze europee.
Le radici della guerra affondano nella Gloriosa Rivoluzione del novembre 1688, che vide la deposizione di Giacomo II a favore della figlia protestante Maria II e di suo marito, Guglielmo III. James ha mantenuto un sostegno significativo in Irlanda, principalmente a causa della maggioranza cattolica del paese. I cattolici irlandesi speravano che James affrontasse le loro lamentele relative alla proprietà della terra, alla religione e ai diritti civili. Al contrario, la popolazione protestante, concentrata nell'Ulster, sostenne William.
Il conflitto iniziò nel marzo 1689 quando James sbarcò a Kinsale con il sostegno francese e cercò di riconquistare il suo trono sfruttando la sua base irlandese. La guerra si trasformò rapidamente in una serie di scaramucce e assedi, incluso il notevole assedio di Derry, dove i difensori protestanti resistettero con successo alle forze giacobite. Ciò permise a William di sbarcare un corpo di spedizione, che sconfisse l'esercito principale di James nella battaglia del Boyne nel luglio 1690, un punto di svolta che costrinse James a fuggire in Francia.
Dopo il Boyne, le forze giacobite si raggrupparono ma subirono una schiacciante sconfitta nella battaglia di Aughrim nel luglio 1691. Questa battaglia fu particolarmente devastante, portando a significative perdite giacobite e ponendo fine di fatto alla resistenza organizzata. La guerra si concluse con il Trattato di Limerick nell'ottobre 1691, che offrì termini relativamente indulgenti ai giacobiti sconfitti, sebbene questi termini furono successivamente indeboliti dalle successive leggi penali contro i cattolici.
La guerra Williamita ha modellato in modo significativo il panorama politico e sociale dell'Irlanda. Consolidò il dominio protestante e il controllo britannico sull'Irlanda, inaugurando oltre due secoli di ascesa protestante. Le leggi penali emanate all'indomani della guerra limitarono gravemente i diritti dei cattolici irlandesi, esacerbando le divisioni settarie.
Il Trattato di Limerick inizialmente prometteva protezione per i cattolici, ma queste furono in gran parte ignorate con l'espansione delle leggi penali, in particolare durante la guerra di successione spagnola. La vittoria Williamita assicurò che Giacomo II non avrebbe riconquistato i suoi troni attraverso mezzi militari e rafforzò il dominio protestante in Irlanda. Il conflitto favorì anche un duraturo sentimento giacobita tra i cattolici irlandesi, che continuarono a considerare gli Stuart come monarchi legittimi.
L'eredità della guerra Williamita è ancora commemorata nell'Irlanda del Nord, in particolare dall'Ordine protestante dell'Orange durante le celebrazioni del dodicesimo luglio, che segnano la vittoria di William nella battaglia del Boyne. Queste commemorazioni rimangono una questione controversa, riflettendo le profonde divisioni storiche e religiose derivanti da questo periodo.