Storia dell'Islanda

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La storia documentata dell'Islanda iniziò con il suo insediamento da parte degli esploratori vichinghi intorno all'874 d.C. Questi coloni, principalmente norvegesi provenienti dalla Norvegia e dalle isole britanniche , colonizzarono rapidamente la terra. Nel 930, i capi islandesi istituirono l'Althing, uno dei parlamenti più antichi del mondo, e la nazione entrò in un periodo noto come Vecchio Commonwealth. Durante la fine del X secolo arrivò il cristianesimo, largamente influenzato dal re norvegese Olaf Tryggvason.
Tuttavia, i conflitti interni nel XIII secolo, in particolare l'epoca degli Sturlung, indebolirono l'Islanda e portarono alla sua sottomissione alla Norvegia. L'Antica Alleanza (1262–1264) e il codice legale Jónsbók (1281) posero effettivamente fine all'indipendenza dell'Islanda. La Norvegia si unì quindi alla Danimarca e, dopo lo scioglimento dell'Unione di Kalmar nel 1523, l'Islanda passò sotto il dominio danese. Duri monopoli commerciali e disastri naturali, come il Móðuharðindin ("Disagi della nebbia"), devastarono l'economia e la popolazione islandese nel XVII e XVIII secolo.
Il nazionalismo islandese aumentò nel XIX secolo, portando alla restaurazione dell'Althing nel 1844 e all'acquisizione della sovranità dell'Islanda come regno sotto la corona danese nel 1918. Durante la seconda guerra mondiale , l'Islanda fu occupata dal Regno Unito nel 1940 per prevenire un'invasione nazista , e gli Stati Uniti assunsero i compiti di occupazione nel 1941. Nel 1944, l'Islanda si dichiarò una repubblica, recidendo i suoi rimanenti legami con la Danimarca. Dopo la guerra, l’Islanda aderì alla NATO e alle Nazioni Unite, con la sua economia in rapida crescita, in particolare attraverso la pesca.
L'Islanda ha fatto la storia nel 1980, quando Vigdís Finnbogadóttir è diventata la terza donna capo di stato eletta al mondo. Nonostante la rapida crescita finanziaria, l’Islanda è stata colpita dalla crisi finanziaria del 2008 ma continua a rimanere al di fuori dell’Unione Europea. La sua storia è stata plasmata dal suo isolamento geografico, che l’ha risparmiata dalle grandi guerre europee ma l’ha resa vulnerabile a influenze esterne come la Riforma protestante e i disastri naturali.