
Nel 1872 la popolazione del Brasile ammontava a 10 milioni, di cui il 15% erano schiavi. Come risultato della diffusa manomissione (più facile in Brasile che nel Nord America), a questo punto circa tre quarti dei neri e dei mulatti in Brasile erano liberi. La schiavitù non fu abolita legalmente a livello nazionale fino al 1888, quando Isabella, principessa imperiale del Brasile, promulgò la Lei Áurea ("Atto d'Oro"). Ma a quel tempo era già in declino (a partire dal 1880 il paese iniziò invece ad attrarre manodopera immigrata europea). Il Brasile fu l’ultima nazione del mondo occidentale ad abolire la schiavitù, e a quel punto aveva importato circa 4.000.000 di schiavi dall’Africa (altre stime sono 5, 6 o fino a 12,5 milioni). Si trattava del 40% di tutti gli schiavi spediti nelle Americhe.