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Il coinvolgimento dell'Austria-Ungheria nella prima guerra mondiale iniziò con l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando il 28 giugno 1914 da parte di Gavrilo Princip a Sarajevo, in Bosnia. Anche se inizialmente l’evento suscitò poca protesta pubblica a Vienna, intensificò le ostilità etniche e spinse l’Austria- Ungheria a lanciare un severo ultimatum alla Serbia. I leader dell'impero, in particolare sotto il ministro degli Esteri conte Berchtold e il generale Conrad von Hötzendorf, consideravano la crescente influenza della Serbia tra gli slavi come una minaccia alla stabilità multietnica dell'impero. Sostenuta dalla Germania , l’Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia il 28 luglio 1914, innescando una catena di alleanze e innescando la Prima Guerra Mondiale.

Carta etnolinguistica dell'Austria-Ungheria, 1910. © ArdadN
Sul campo di battaglia, l'Austria-Ungheria ha lottato. Le prime campagne in Serbia furono disastrose, con gravi perdite. Sebbene l’impero occupò finalmente la Serbia con l’aiuto tedesco e bulgaro nel 1915, le pesanti perdite e il costante bisogno di assistenza tedesca ne evidenziarono le debolezze militari. Anche il fronte orientale contro la Russia subì un duro tributo, poiché le forze austriache dovettero affrontare brutali sconfitte a Lemberg e Przemyśl nel 1914. L'Austria riconquistò terreno solo quando la Germania prese il comando nell'offensiva Gorlice-Tarnów del 1915. L'offensiva di Brusilov del 1916 indebolì ulteriormente le forze austriache, spingendo l'impero sull'orlo del collasso sul fronte orientale.
L'Italia entrò in guerra nel 1915, unendosi agli Alleati e aprendo un estenuante fronte lungo il fiume Isonzo. Nonostante alcune vittorie austriache con l'aiuto tedesco, il fronte italiano prosciugò risorse. Nel frattempo, le dure politiche dell’impero nei territori occupati come la Romania hanno aggravato i problemi economici, poiché le risorse sequestrate hanno lasciato civili e soldati a casa senza risorse sufficienti.
Nel 1916, con la morte dell'imperatore Francesco Giuseppe, il suo successore, l'imperatore Carlo, cercò la pace. I suoi tentativi di negoziare con gli Alleati furono però bloccati dall'Italia, che pretese il territorio austriaco come condizione di pace. Sul fronte interno, le aspirazioni nazionaliste e il peggioramento delle condizioni economiche hanno suscitato disordini. Le divisioni etniche indebolirono l’unità militare e civile, con un aumento degli scioperi, della carenza di cibo e dell’inflazione che incidevano gravemente sul morale.
Nel 1918, di fronte a una sconfitta imminente, i gruppi nazionalisti dell’impero approfittarono dei fallimenti militari. La Cecoslovacchia dichiarò l'indipendenza alla fine di ottobre, seguita dalle regioni slave del sud che formarono lo Stato degli sloveni, dei croati e dei serbi. L’Ungheria pose fine alla sua unione con l’Austria il 17 ottobre, sciogliendo di fatto la doppia monarchia. Entro il 3 novembre 1918, l'Austria-Ungheria firmò l'armistizio di Villa Giusti con l'Italia, ponendo formalmente fine al suo ruolo nella guerra. L'imperatore Carlo abdicò poco dopo e l'Austria e l'Ungheria divennero repubbliche separate, sciogliendo ufficialmente l'Austria-Ungheria.